ADDIO A LUCA DE FILIPPO, VERO SIGNORE DELLA SCENA!

Luca e Eduardodi Francesco Esposito

Luca De Filippo, attore e regista, ultimo erede artistico di Eduardo, è scomparso venerdì 27 novembre. Aveva 67 anni. Era nato a Roma nel 1948 dalla relazione tra Eduardo e la cantante torinese Thea Prandi. Iniziò prestissimo a lavorare in teatro; debuttò, infatti, nel 1955 a soli sette anni all’Odeon di Milano interpretando “Peppeniello” in “Miseria e nobiltà”, un allestimento di Eduardo che, prima dello spettacolo, presentò al pubblico di tutta Italia suo figlio con un discorso pieno di affetto e tenerezza. E poi la strada fu lunga, luminosa, ma anche piena di sacrifici e di conquiste; all’età di vent’anni fu protagonista de “Il figlio di Pulcinella” di Eduardo, regia di Gennaro Magliulo, e utilizzò lo pseudonimo Luca Della Porta, poiché il cognome De Filippo doveva conquistarlo. E ci è riuscito! Luca De Filippo, nonostante recasse con sé il peso d’essere figlio d’arte di un grande genio del Novecento, è riuscito a farsi spazio nel mondo teatrale italiano e a dimostrare a tutti d’essere tra i “numeri uno”. L’Italia intera ha perso un bravo attore, si, ma anche un uomo colto, educato, elegante, generoso, disponibile… un uomo buono. Solo un mese fa la sua ultima rappresentazione a Napoli, al Teatro Augusteo, una commedia del padre, “Non ti pago!”, dove ha avuto gli ultimi, grandi e intensi applausi del pubblico napoletano. Ai primi di novembre il ricovero e in quella situazione ha dimostrato di essere un vero capocomico, un vero direttore di compagnia, non fermando le recite bensì facendosi sostituire dall’attore Gianfelice Imparato al fine di non lasciare i suoi attori e tutta la compagnia (tecnici, macchinisti, facchini) senza lavoro.

eduardo lucaIn tutti i teatri d’Italia, venerdì sera, c’è stato un minuto di silenzio per salutare l’uomo, l’attore, l’erede di una famiglia teatrale che è stata tra le più importanti del secolo scorso. E mi piace, in queste ore, ricordare le parole che Eduardo, il 15 settembre del 1984, dedicò al figlio Luca al Teatro Greco di Taormina: «fare teatro sul serio significa sacrificare una vita. Sono cresciuti i figli ed io non me ne sono accorto: meno male che mio figlio è cresciuto bene. Questo è il dono più grosso, più importante che ho avuto dalla natura. Senza mio figlio, forse, io me ne sarei andato all’altro mondo tanti anni fa. Io devo a lui il resto della mia vita. Lui ha contraccambiato in pieno. Scusate se faccio questo discorso e parlo di mio figlio. Non ne ho mai parlato. Si è presentato da sé, è venuto dalla gavetta, dal niente, sotto il gelo delle mie abitudini teatrali. Quando sono in palcoscenico a provare, quando ero in palcoscenico a recitare, è stata tutta una vita di sacrifici e di gelo. Così si fa il Teatro!». Luca De Filippo, con quel suo modo serio, rigoroso, professionale di fare teatro,  gentile, cordiale, educato di accogliere il pubblico nei camerini o per strada, solitario, timido e discreto nella vita privata, ha rappresentato tutti gli insegnamenti di un Teatro passato, quelli impartitigli da Eduardo. L’Italia ha perso un vero signore della scena!

Addio Luca, ci mancherai molto, come uomo e come artista!

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